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Sicilia scossa da un altro atto di crudeltà sugli animali: cane bruciato vivo a Marineo

By
Daniela

Ancora una volta, la Sicilia è stata teatro di un atto di crudeltà sugli animali che ha scosso la comunità locale e nazionale. Un cane è stato bruciato vivo a Marineo, un piccolo comune in provincia di Palermo. La responsabile regionale dell’ufficio garante dei diritti degli animali, Laura Girgenti, ha immediatamente denunciato l'episodio ai carabinieri, che ora indagano sul caso. Secondo la Girgenti, "pensiamo possa essere un atto intimidatorio". L'organizzazione a cui appartiene ha iniziato la propria attività di tutela quattro anni fa, e ora chiede giustizia e che si ponga fine a questo ciclo di violenze.

Il sindaco del comune in questione sembra però non essere dalla parte della Girgenti. La donna ha infatti dichiarato che il sindaco le ha telefonato minacciando di denunciarla per il danno di immagine che avrebbe procurato al paese con la sua denuncia. L'animalista ha espresso incredulità di fronte a questa decisione, chiedendosi come un'amministrazione pubblica possa voler coprire un atto tanto atroce.

Il cane è stato bruciato vivo in via Corleone, non lontano dalla casa di una delle referenti dell’organizzazione. Il responsabile o i responsabili del gesto hanno portato il cane nel luogo del supplizio, messo della legna sopra di esso e dato fuoco. La Girgenti ha denunciato la gravità del fatto sulle sue pagine social, scrivendo: "Sono a Marineo e sto aspettando i carabinieri perché hanno appena bruciato l'ennesimo cane. Questa povera creatura sta ancora ardendo. Che siate maledetti, io non vi darò pace, non mi fate nessuna paura, siete solo dei meschini senza palle".

Il cane è stato bruciato vivo in via Corleone, non lontano dalla casa di una delle referenti dell’organizzazione.

Purtroppo, questo episodio non è unico nel suo genere in Sicilia. A febbraio, è stato ritrovato un cane molosso morto con le zampe legate ad una corda e ferite compatibili con possibili torture a San Giovanni La Punta, in provincia di Catania. Questo fatto aveva già destato molta rabbia e indignazione tra i difensori degli animali. La Sicilia è una regione dove, purtroppo, gli episodi di violenza sugli animali sono piuttosto frequenti, e spesso non si giunge mai alla scoperta dei colpevoli.

È importante sottolineare che la legge italiana punisce con pene severissime la violenza sugli animali, compresa la tortura e l'uccisione. Tuttavia, spesso le pene inflitte non sono sufficienti a prevenire questi atti barbari. Ciò che serve davvero è una maggiore educazione della popolazione e una maggiore attenzione alle problematiche che riguardano gli animali. L'associazione Animalisti Italiani ha commentato l'episodio di Marineo dichiarando: "Siamo vicini alla nostra referente Laura Girgenti, che si è sempre battuta per la tutela degli animali. Siamo stanchi di questi episodi di violenza gratuita. Chiediamo a tutte le autorità competenti di fare di più per prevenire questi atti barbari e punirne i responsabili".

È importante che il tema della protezione degli animali entri nell'agenda pubblica e che si faccia il possibile per educare le persone sul rispetto e la cura degli animali. La violenza sugli animali spesso è solo l'inizio di una catena che può portare alla violenza contro altri esseri umani. Non solo, l'abuso sugli animali causa dolore e sofferenza inutili, e non dovrebbe essere tollerato in una società civile.

In conclusione, è fondamentale che si faccia di più per proteggere gli animali e per educare la popolazione sul rispetto che essi meritano. Le pene inflitte ai responsabili di questi atti devono essere adeguate e serve un maggiore controllo da parte delle autorità competenti. Solo così si potrà sperare di porre fine a questi episodi di violenza gratuita. Chiediamo a tutti di fare la loro parte per rendere il mondo un posto migliore per gli animali e per tutti noi.