Oria, una tranquilla cittadina nella provincia di Brindisi, si trova ora al centro di un'indagine drammatica che coinvolge la morte di numerosi gatti e la scomparsa di altri animali di colonia. Dieci gatti sono stati ritrovati senza vita sul marciapiede, suscitando sgomento e preoccupazione nella comunità. La pista seguita dagli investigatori suggerisce che dietro questi episodi si nasconda la mano di un serial killer di animali che utilizza esche avvelenate. Il primo caso risale al 25 marzo scorso, quando un passante ha trovato un gatto rosso in convulsioni nelle vicinanze delle scuole Camillo Monaco. Nonostante l'animale sia stato prontamente portato dal veterinario, purtroppo non è stato possibile salvarlo, e la causa presumibile della sua morte è stata attribuita all'avvelenamento.
Da quella data fino a dieci giorni fa, sono stati segnalati altri gatti trovati morti nella stessa area. Tuttavia, in nessuno di questi casi si sarebbe trattato di incidenti stradali. Al contrario, sembra che i corpi siano stati rimossi, forse gettati via dagli operatori ecologici. Caterina Moretto, una volontaria che si occupa delle colonie feline nella zona, ha denunciato questi terribili avvenimenti, affermando: "Ho contattato le autorità competenti, ma purtroppo la mia segnalazione non ha avuto esito positivo. Sembra che alcuni di questi gatti fossero animali domestici, sebbene liberi di vagare. Io vivo in questa zona e sono responsabile di una colonia felina regolarmente censita presso il comune di Oria".
La volontaria ha anche rivelato che segnali di intolleranza erano già emersi in passato: "Da cinque anni subisco intimidazioni da una parte dei miei vicini. Tuttavia, i gatti della mia colonia non arrecano disturbo a nessuno. Inoltre, essendo molto scrupolosa riguardo alla pulizia, tengo sempre pulita e disinfettata l'area dedicata ai gatti, senza mai lasciare ciotole fuori posto. Qualcuno ha persino cercato di coinvolgere i servizi sanitari locali, senza però ottenere alcun risultato. Tutto era perfettamente in ordine. Si sono rivolti persino ai Carabinieri, ma senza successo. In questa zona ci sono persone che non amano i gatti. Qualcuno ha persino tentato di investire volontariamente con l'auto i gatti della mia colonia, accelerando appositamente. Sono state presentate denunce alle autorità con prove video a sostegno di tali incidenti. Inoltre, sembra che questi presunti avvelenamenti siano diretti a tutti i gatti nella zona circostante la scuola 'Camillo Monaco', poiché l'area interessata copre quasi un intero quartiere. In effetti, si riferiscono anche ad altri episodi accaduti qualche anno fa, in cui sono stati ritrovati corpi senza che nessuno si sia mai preoccupato di effettuare delle analisi".
L'Assessore al Benessere e alla Tutela degli Animali del Comune di Oria, Alfredo Proto, è stato informato della situazione e ha dichiarato: "L'amministrazione è venuta a conoscenza di questa spiacevole e triste circostanza solo venerdì. Al momento, non disponiamo di ulteriori elementi certi o verifiche riguardo alle cause della morte dei gatti. Lunedì faremo il punto della situazione".
Come spesso accade in questi casi, la causa dell'avvelenamento non può essere confermata senza un'autopsia sul corpo dell'animale o senza il rinvenimento di esche o bocconi avvelenati sul luogo. È importante ricordare che la legge prevede un preciso iter che comporta l'esecuzione delle procedure necessarie per accertare l'avvelenamento, bonificare l'area interessata e avviare le opportune indagini. È fondamentale che il veterinario che emette la diagnosi comunichi immediatamente i sospetti al Sindaco, al servizio veterinario dell'azienda sanitaria locale e all'istituto zooprofilattico sperimentale competente, compilando e inviando il modulo sul Portale nazionale degli avvelenamenti dolosi degli animali. È importante sottolineare che solo i veterinari hanno accesso a un'area riservata all'interno di questo portale, che consente loro di inviare la segnalazione. Un cittadino comune non può effettuare autonomamente tale segnalazione. Tutte queste indicazioni sono contenute nell'Ordinanza Ministeriale pubblicata nell'agosto del 2019, che stabilisce le Norme sul divieto di utilizzo e detenzione di esche o bocconi avvelenati, e che è stata prorogata negli anni successivi.
Secondo questa stessa ordinanza, l'azienda sanitaria locale o il veterinario, previa comunicazione all'azienda sanitaria, devono assicurare l'invio delle carcasse degli animali deceduti per avvelenamento e dei campioni biologici prelevati, nonché di esche o bocconi sospetti di avvelenamento, all'istituto zooprofilattico. Senza seguire tali procedure, l'avvelenamento rimane solo presunto e l'episodio sembra non essere mai avvenuto. Inoltre, l'omissione di questa segnalazione potrebbe impedire la bonifica dell'area, mettendo a rischio altri animali e persino bambini nella zona colpita dall'episodio.
Come già evidenziato, il Portale nazionale degli avvelenamenti sottolinea come il numero esiguo di persone indagate o condannate per l'utilizzo di esche o bocconi avvelenati rispetto all'entità impressionante del fenomeno rappresenti un dato preoccupante. Questo accade principalmente a causa della mancata denuncia da parte di coloro che sono chiamati a farlo. Pertanto, in caso di presunti casi di avvelenamento, è fondamentale insistere affinché l'iter previsto dalla normativa venga seguito alla lettera.
L'incubo degli avvelenamenti continua a minacciare gli animali nella tranquilla cittadina di Oria. La comunità locale e le autorità competenti devono unire le forze per indagare su questi terribili episodi, garantendo l'applicazione rigorosa della legge e il rispetto dei diritti degli animali. Solo attraverso un'azione congiunta e una maggiore consapevolezza pubblica possiamo sperare di porre fine a questa serie di atrocità e garantire la sicurezza e il benessere degli animali che condividono il nostro mondo.