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La politica di abbattimento degli orsi scatena polemiche in Trentino

By
Daniela

La Provincia di Trento ha ordinato di abbattere tre orsi che sono stati giudicati come problematici e potenzialmente pericolosi per la popolazione umana. Mj5, Jj4 e M62 sono gli orsi che rischiano di essere condannati a morte. Tuttavia, la Provincia ha anche espresso la volontà di ridurre drasticamente il numero di orsi che vivono nel territorio, oggi più di un centinaio, e di riportare la popolazione a circa 50 unità.

Mj5 è un maschio di 18 anni nato nel 2005 da Maja e Joze, orsi sloveni che hanno dato avvio al progetto Life Ursus sulle Alpi negli anni Novanta. Lo scorso 5 marzo, Mj5 ha aggredito un escursionista di 38 anni che stava portando a spasso il cane. Sebbene l'uomo abbia riportato solo lievi ferite al braccio e alla testa e non sia mai stato in pericolo di vita, la Provincia ha annunciato l'intenzione di abbatterlo, scatenando le proteste degli animalisti.

Il secondo orso a rischiare la vita, Jj4, è in realtà un'orsa che i suoi difensori hanno ribattezzato Gaia. Gaia si è resa responsabile di un'aggressione ai danni di padre e figlio sul Monte Peller, in Trentino Alto Adige, avvenuta il 22 giugno del 2020. Il giovane si stava inoltrando lungo un sentiero, seguito a poca distanza dal padre, quando si è trovato a tu per tu con l'orso. Caduto a terra, è stato sormontato dall'animale e a quel punto la reazione del padre è stata quella di scagliarsi contro il plantigrado riportando la frattura di una gamba in più punti.

Il terzo orso messo nel mirino dalla Provincia è M62, definito "troppo confidente" anche se non risultano aggressioni "a suo carico". La Provincia autonoma di Trento sta monitorando da tempo questo plantigrado che avrebbe fatto diversi danni per la sua abitudine di frequentare da vicino i centri abitati. L'ultimo episodio noto alle cronache risale a circa un anno fa: l'animale avrebbe predato delle galline tentando poi di entrare, rompendo due finestre, in un locale adibito a dispensa al piano terra di una casa abitata a maso Testoni, nel comune di Campodenno.

"L'orso che ha ucciso Andrea Papi non è l'unico esemplare finito nel mirino della Provincia di Trento che in seguito alla morte del 26enne ha ordinato di abbattere l'animale responsabile dell'aggressione (ancora da identificare)", riporta l'articolo. Il plantigrado che ha ucciso Papi è ancora da identificare. Se dovesse emergere che uno degli orsi già giudicati problematici sia responsabile dell'attacco a Papi, sarebbero potenzialmente quattro gli animali da abbattere.

La decisione della Provincia di abbattere gli orsi ha scatenato le proteste degli animalisti che sostengono che la soluzione non sia l'abbattimento degli animali ma la prevenzione degli incontri tra orsi e esseri umani. Secondo gli animalisti, la soluzione migliore sarebbe quella di educare le persone a convivere con gli orsi, attraverso la diffusione di informazioni e la promozione di comportamenti corretti.

La decisione della Provincia di abbattere gli orsi ha scatenato le proteste degli animalisti

Tuttavia, la Provincia di Trento ha deciso di andare avanti con la sua politica di abbattimento degli orsi, sostenendo che la presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. La Provincia intende ridurre il numero di orsi presenti sul territorio, ma non è ancora chiaro in che modo intenda farlo. Tuttavia, è certo che l'abbattimento degli animali non sarà l'unica soluzione adottata.

Secondo Maurizio Fugatti, il progetto 'Life Ursus' che ha reintrodotto l'orso in Trentino "con questi numeri non può durare". "La presenza di oltre un centinaio di esemplari sul territorio Trentino non è sostenibile. Dobbiamo riportare la popolazione a circa 50 unità. Non importa come", ha dichiarato Fugatti. Tuttavia, non tutti sono d'accordo con questa politica. Gli animalisti, in particolare, sostengono che la presenza degli orsi sul territorio Trentino sia una risorsa preziosa per l'ecosistema locale e che l'abbattimento degli animali sia una soluzione troppo drastica e poco sostenibile.

In ogni caso, la situazione degli orsi in Trentino sembra destinata a rimanere un tema di grande attualità nei prossimi mesi. La decisione della Provincia di abbattere gli animali ha infatti suscitato molte proteste e dibattiti tra gli esperti del settore. Inoltre, il fatto che l'orso che ha ucciso Andrea Papi non sia ancora stato identificato fa sì che la situazione sia ancora più complessa e delicata.

La decisione della Provincia di abbattere gli animali è stata accolta con molte proteste da parte degli animalisti, che sostengono che l'abbattimento degli animali non sia la soluzione migliore per risolvere il problema della convivenza tra orsi e esseri umani. Tuttavia, la Provincia sembra intenzionata ad andare avanti con la sua politica di riduzione del numero di orsi sul territorio. Ciò che è certo è che la situazione degli orsi in Trentino rimarrà un tema di grande attualità nei prossimi mesi e che la soluzione migliore per la convivenza tra orsi e esseri umani dovrà essere cercata attraverso il dialogo e la cooperazione tra tutte le parti interessate.