Il conflitto tra lupi e allevatori è diventato sempre più acuto in Lombardia, con i grandi predatori che sono stati responsabili di numerose uccisioni di animali da fattoria negli ultimi mesi. Gli allevatori, insieme ai residenti delle zone rurali, si sono rivolti alle autorità locali per chiedere un maggiore controllo sulla popolazione di lupi, mentre i sostenitori della conservazione della natura hanno difeso la presenza dei grandi predatori.
Mario Pighetti, vicepresidente dell'associazione "Difesa rurale", ha promosso una raccolta firme contro i grandi predatori, chiedendo "non di abbatterli, ma di fare qualcosa per rendere la coesistenza più facile". Pighetti ha proposto di confinare i lupi in parchi sicuri e protetti e di recintare i pascoli per proteggere gli animali da fattoria.
Le preoccupazioni degli allevatori e dei residenti delle zone rurali sono diventate sempre più gravi in seguito alle incursioni dei lupi nelle loro case e nei loro giardini. La recente uccisione di una cerva a pochi metri dalle case di Campodolcino, ad un'altitudine di 1.200 metri, da parte di un branco di lupi ha aumentato la paura. Sette pecore sono state uccise nella frazione di Prestone, e altre due sono disperse. "È una strage continua", ha detto Simona Della Morte, "Il nostro vicino ha già venduto le sue pecore, e molti altri allevatori temono per la loro sicurezza. Sabato andrò a firmare in piazza".
La petizione raccolta verrà inviata agli assessori lombardi all'Ambiente e all'Agricoltura, chiedendo che la Regione adotti un protocollo di gestione dei lupi potenzialmente pericolosi, come già adottato per l'orso bruno. La raccolta firme sarà accompagnata da una mostra di 40 gigantografie con le foto degli animali uccisi.
Le istituzioni del territorio hanno anche preso posizione sulla questione. La Comunità montana invierà una lettera ai ministri dell'Agricoltura e dell'Ambiente, ai vertici regionali e provinciali, chiedendo che il lupo non sia più considerato un animale in via di estinzione. Tutti i dodici sindaci della Valchiavenna hanno firmato la lettera. "In alta quota - ha spiegato il presidente Davide Trussoni - sono state ufficialmente segnalate negli ultimi mesi 13 predazioni con 70 capi morti a causa dell'attacco dei lupi che hanno coinvolto 10 aziende agricole. Riteniamo assolutamente necessario e non più prorogabile un adeguamento normativo che ne consenta la corretta gestione e non solo la tutela".
Anche l'assessore lombardo all'Ambiente, Massimo Sertori, ha espresso la necessità di una riflessione sul tema. "I rimborsi della Regione per gli animali uccisi non risolvono il problema. È un tema che non va affrontato in modo ideologico e soprattutto la discussione deve essere a livello europeo. Chi vive a Bruxelles non sa cosa significhi uscire di casa, andare nel bosco e incontrare un branco di lupi. Se vogliamo evitare lo spopolamento delle montagne, tutelare gli alpeggiatori, dobbiamo anche imparare a gestire la presenza dei predatori. Partendo dalla considerazione che questa coesistenza qualche problema lo sta dando".
Lorenza Tam, responsabile del circolo Legambiente della Valchiavenna, ha difeso la presenza dei lupi, sottolineando che la protezione dei lupi è positiva per l'ecosistema, la biodiversità e l'equilibrio della catena alimentare. Tam ha anche riconosciuto le difficoltà che il loro ritorno può comportare e ha chiesto un dialogo costruttivo tra le parti interessate per trovare soluzioni che consentano un equilibrio. "Ma la natura va rispettata", ha concluso.
La questione della coesistenza tra lupi e allevatori non è solo un problema in Lombardia, ma è un tema che riguarda tutta Europa. L'Unione Europea ha adottato una serie di misure per proteggere i grandi predatori, tra cui i lupi, ma molti agricoltori e residenti delle zone rurali ritengono che queste misure non siano sufficienti per gestire la presenza dei lupi.
In Italia, il numero di lupi è cresciuto significativamente negli ultimi decenni. Nel 1970, c'erano circa 100 lupi in Italia, ma ora ci sono più di 3.000 lupi, di cui circa 1.000 vivono sulle Alpi. Questo aumento della popolazione di lupi ha portato a un aumento delle preoccupazioni per la sicurezza degli animali da fattoria e per la sicurezza dei residenti delle zone rurali.
Per gestire la presenza dei lupi in Europa, l'Unione Europea ha adottato la Direttiva Habitat, che stabilisce le regole per la conservazione della fauna selvatica e dei loro habitat naturali. La Direttiva Habitat richiede agli Stati membri di adottare misure per proteggere i grandi predatori, tra cui i lupi, ma gli Stati membri hanno una certa flessibilità nell'interpretazione e nell'attuazione della direttiva.
Inoltre, l'Unione Europea ha stabilito una serie di finanziamenti per sostenere la conservazione dei grandi predatori, tra cui i lupi. Il programma LIFE, ad esempio, finanzia progetti di conservazione della fauna selvatica in tutta Europa, compresi i progetti per proteggere i grandi predatori.
Nonostante questi sforzi, la gestione della popolazione di lupi in Europa rimane un problema complesso. Gli agricoltori e i residenti delle zone rurali hanno bisogno di maggiori garanzie sulla sicurezza dei loro animali e delle loro proprietà, mentre i sostenitori della conservazione della natura cercano di proteggere la popolazione di lupi e di promuovere la biodiversità.
In definitiva, la coesistenza tra lupi e allevatori è un problema complesso che richiede un dialogo costruttivo tra tutte le parti interessate. È importante trovare un equilibrio tra la protezione dei grandi predatori e la sicurezza degli animali da fattoria e dei residenti delle zone rurali. Inoltre, è necessario continuare a sostenere la conservazione della fauna selvatica e la promozione della biodiversità in Europa.