La causa animale

Delfini italiani minacciati: come proteggerli?

By
Daniela

I delfini sono animali incredibilmente intelligenti e affascinanti, ma purtroppo, non siamo ancora in grado di proteggerli adeguatamente. Gli studi sul comportamento dei tursiopi continuano a svelare le loro incredibili abilità, come la capacità di comunicare anche in presenza di rumore acustico e di distinguere oggetti con differenze di appena un capello di spessore.

Due recenti studi scientifici, uno sull'acustica condotto da un team internazionale di esperti e pubblicato su Current Biology e l'altro realizzato da ricercatori danesi insieme a colleghi spagnoli, dimostrano ancora una volta quanto possiamo scoprire sui delfini.

Tuttavia, non possiamo ignorare le difficili condizioni in cui si trovano questi mammiferi marini nelle acque italiane, dove l'inquinamento ambientale e la presenza di plastica, sovrapesca, reti fantasma e malattie come il morbillivirus stanno causando spiaggiamenti sempre più frequenti.

Dalla banca dati emerge che i delfini sono i cetacei maggiormente coinvolti negli spiaggiamenti in Italia

Secondo la "Banca Dati Spiaggiamenti" gestita dal CIBRA dell'Università degli Studi di Pavia e dal Museo di Storia Naturale di Milano, nel 2022 sono stati rinvenuti 162 cetacei spiaggiati sulle coste italiane, mentre nei primi tre mesi del 2023 sono già stati ritrovati 30 esemplari. Tuttavia, questi numeri sono inferiori rispetto al record negativo di 210 esemplari spiaggiati nel 2021. Inoltre, circa una trentina di cetacei "non determinati" sono stati rinvenuti nel 2022, ma a causa dell'avanzato stato di decomposizione, non è stato possibile risalire alla specie.

Dalla banca dati emerge che i delfini sono i cetacei maggiormente coinvolti negli spiaggiamenti in Italia, con 71 tursiopi (Tursiops truncatus) e 48 stenelle (Stenella coeruleoalba) ritrovati senza vita. Secondo il team del progetto Life Delfi, le morti di questi splendidi mammiferi marini sono da attribuire sia a cause naturali che antropiche. In particolare, le interazioni dei delfini con le attività di pesca professionale rappresentano un grave rischio per questi animali, che possono riportare gravi lesioni derivanti dalle attrezzature da pesca o restare impigliati o avvolti dalle reti.

Tuttavia, nonostante le loro straordinarie abilità, i delfini sono spesso impotenti di fronte alle reti da pesca e alle catture accidentali. Per questo motivo, il progetto Life Delfi rilancia l'idea dell'adozione di un "Codice di condotta" per i pescatori, in occasione della Giornata mondiale dei delfini. Tale codice definirebbe principi di responsabilità e buone pratiche per la conservazione e gestione sostenibile delle risorse di pesca e la salvaguardia della biodiversità dei mari.

La sensibilizzazione dei pescatori è fondamentale per limitare le interazioni tra delfini e pesca professionale, che rappresentano un problema non solo per i cetacei ma anche per i pescatori che subiscono perdite economiche a causa dei danni provocati agli attrezzi. Da più di tre anni, pertanto, è in corso una campagna di sensibilizzazione tra i pescatori, a cui sono stati forniti dissuasori acustici e visivi per evitare spiacevoli scontri o catture. Inoltre, sono stati organizzati corsi di formazione per la realizzazione di attività economiche alternative come il dolphin watching.

Secondo Alessandro Lucchetti, ricercatore di IRBIM-CNR e coordinatore del progetto Life Delfi, l'adozione di pratiche positive e meno impattanti per i delfini potrebbe aprire le porte a una certificazione di etichettatura ecologica per il pescato da parte delle imbarcazioni "virtuose" e amiche dei delfini.

Federica Barbera, dell'ufficio Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, ha evidenziato la disponibilità dei pescatori ad adottare pratiche di pesca sostenibile e attrezzature alternative come le nasse del progetto Life Delfi. Tuttavia, per proteggere il futuro dei delfini, è necessario fare di più e attenersi a un Codice di condotta, che rappresenterebbe un importante passo avanti nella conservazione delle risorse ittiche e della biodiversità dei mari.