
La morte di Andrea Papi, un runner di 26 anni aggredito e ucciso da un orso nei boschi sopra Caldes, in provincia di Trento, ha riportato in auge i problemi di "convivenza" tra questi animali e l’uomo e della gestione degli esemplari definiti "problematici". In Italia, sono presenti due tipi di orsi bruni, l'Alpino e il Marsicano, con quasi 200 esemplari dislocati in tre zone: il Trentino occidentale (dove sono presenti oltre un centinaio), la zona al confine tra Friuli Venezia Giulia, Austria e Slovenia e l'Appennino centrale, che comprende Abruzzo, Lazio e Molise.
Si tratta di un animale che, nei maschi, può raggiungere i due metri e mezzo di altezza e i 130 kg di peso, mentre nelle femmine le misure sono più ridotte. Nonostante il fatto che l'orso bruno non sia imponente come i suoi parenti americani (Grizzly e Kodiak), rimane comunque uno spettacolo della natura e un avversario impari in caso di confronto diretto con un essere umano. Ma come si comporta questo animale? Cosa si deve fare in caso di "incontri ravvicinati"? C’è un modo per risolvere il problema senza soluzioni drastiche come l’abbattimento? Lo abbiamo chiesto a Marco Antonelli, zoologo del Wwf: "L’orso non ci vede come una preda, è fondamentale sottolinearlo. I rari casi di aggressione sono sempre comportamenti difensivi, con l’animale che vede l’uomo come un pericolo e attacca per paura".
L'orso vive soprattutto nei boschi e nelle foreste, raramente si avvicina alle zone agricole e soltanto in cerca di cibo. Come tutti gli animali selvatici, è schivo e timido, se può scappa alla vista dell'uomo ed evita il più possibile contatti indesiderati. Ma esistono casi in cui può diventare aggressivo, in situazioni di paura in cui vede minacciata la sua sicurezza o quella dei suoi piccoli: "Come tutti gli animali selvatici, l'orso cerca di evitare ogni incontro con l'uomo", ha spiegato Marco Antonelli, "quando questo avviene, la sua prima reazione è la fuga. Gli orsi, come gli esseri umani, reagiscono in modo diverso al pericolo, ma nel 60% dei casi si tratta di femmine con cuccioli, che agiscono in maniera aggressiva per difendere i propri cuccioli. Esistono poi i casi in cui i comportamenti dell’uomo hanno provocato reazioni violente, come ad esempio andare in montagna con un cane senza guinzaglio: la presenza di un altro animale non controllato potrebbe generare un conflitto. Infine, c’è l’effetto sorpresa: come nel caso del runner, è più facile sorprendere l'animale se andiamo veloci. In quel caso, l'orso ha meno tempo per reagire e a incontri ravvicinati".
Certo, stare faccia a faccia con un orso è una situazione in cui nessuno vorrebbe trovarsi, ma se questo dovesse accadere, l'importante è mantenere la calma, come spiegato dall'esperto del Wwf a Today: "Esistono diversi vademecum da seguire in caso di incontri con gli orsi. Ovviamente va ricordato che non è semplice mettere in pratica dei comportamenti quando si ha un orso di fronte, ma è importante mantenere il sangue freddo. Se l'animale si trova a una distanza di 100-150 metri è possibile osservarlo, ma senza avvicinarsi oltre, per poi andare via una volta terminato. In caso di incontri ravvicinati, la prima cosa da fare è segnalare all'orso la nostra presenza, anche parlando a voce alta. Senza urlare e fare movimenti bruschi, è necessario far capire all'animale che si trova in presenza di umani, dandogli modo di scappare. Per questo, in caso di passeggiate in montagna, è sempre consigliabile parlare o portare un campanello attaccato allo zaino, così da segnalare agli animali la nostra presenza ed evitare spiacevoli incontri".
Come detto all'inizio dell'articolo, gran parte degli orsi presenti in Italia si trovano in Trentino e se oggi esiste una popolazione di oltre 100 esemplari in quella zona è grazie a un progetto iniziato negli anni '90, "Life Ursus", che prevedeva il ripopolamento di questa specie portata a un passo dall'estinzione con l'avvento dell'uomo. Ma come viene controllata questa convivenza? Proprio una migliore gestione potrebbe evitare che tragedie come quella di Andrea Papi accadano di nuovo: "Non tutti gli orsi sono dotati di radiocollare", ha sottolineato Antonelli, "per questo non è possibile tracciarli tutti. Ma migliorare il monitoraggio e la comunicazione è una strategia praticabile: fino allo scorso anno la Provincia di Trento aveva una pagina dedicata in cui era possibile segnalare la presenza di femmine con cuccioli, ma questa non è più in funzione. Mappare gli avvistamenti può essere un deterrente, ma le zone in cui possono verificarsi degli avvistamenti di orsi vanno segnalate anche sul territorio, con un’opportuna cartellonistica nei sentieri o nelle zone interessate. Una forma di comunicazione in cui la Provincia di Trento è stata molto carente negli ultimi anni".
"È bene ricordare che il rischio zero in montagna non esiste", ha aggiunto l'esperto, "ma segnalando la presenza di femmine con cuccioli e utilizzando dei cartelloni informativi con le zone frequentate e i consigli utili, è sicuramente possibile diminuire le probabilità di rischio. Esiste poi, come estrema ratio, l'idea di legalizzare uno spray al peperoncino per orsi molto utilizzato in Nord America. Questo dispositivo, grande come una bomboletta, riesce a spruzzare una nube di peperoncino fino a una distanza di 5 metri.
Migliorare la comunicazione e la gestione degli orsi in Italia è quindi fondamentale per evitare futuri incidenti e favorire la convivenza tra esseri umani e animali selvatici. Inoltre, è importante sottolineare che l'abbattimento degli orsi non è una soluzione a lungo termine e che è necessario promuovere l'educazione ambientale e la sensibilizzazione della popolazione sulla presenza degli orsi e sulle precauzioni da adottare durante le escursioni in montagna.
In conclusione, la morte di Andrea Papi ha evidenziato la necessità di una gestione e comunicazione più efficace degli orsi in Italia. Gli esperti suggeriscono di promuovere la prevenzione, migliorare il monitoraggio degli esemplari e la comunicazione con la popolazione, adottare misure di sicurezza nelle zone frequentate dagli orsi, e creare corridoi ecologici per permettere la loro espansione in altre aree. Inoltre, è fondamentale ricordare che gli orsi sono animali selvatici e che, sebbene raramente, possono diventare aggressivi in situazioni di pericolo o stress. La convivenza tra l'uomo e gli orsi è possibile, ma richiede il rispetto reciproco e l'adozione di comportamenti consapevoli e responsabili da parte di entrambe le specie.