
Chiude il canile di Tufillo, un piccolo comune di 340 abitanti in provincia di Chieti, e ci sono 108 cani che rischiano di rimanere senza casa. Se non saranno adottati prima, verranno trasferiti in un centro nel Molise, gestito dalla stessa società che gestiva il rifugio di Tufillo e che, da tempo, era sotto sfratto esecutivo. La situazione è stata descritta come una 'deportazione' e ha sollevato preoccupazioni riguardanti il benessere degli animali, che potrebbero essere trasferiti in una struttura dove erano stati segnalati casi di maltrattamento e violazioni della legge sulla detenzione degli animali.
In risposta all'emergenza, molte associazioni animaliste stanno mobilitandosi per trovare una soluzione e garantire che questi cani trovino una casa sicura. Diana Baragiola, dell'associazione 'Amici per un pelo', sta lavorando per trovare adozioni temporanee o definitive per almeno trenta dei cani. "Ci stiamo muovendo come coordinamento fra le associazioni abruzzesi per cercare di evitare il trasferimento di questi cani in un'altra regione", ha detto Baragiola. "I sindaci devono garantire il benessere animale sul loro territorio e le Asl devono portare avanti un progetto di sterilizzazione capillare e diffusa".
Anche la Lega italiana dei diritti dell'animale della sezione di Ortona sta lavorando per evitare il trasferimento dei cani di Tufillo. "Condividiamo l'appello a non deportare i cani in Molise, ma chiediamo anche la pianificazione e il risanamento delle strutture esistenti", ha detto Paola Stollavagli, vice presidente della sezione. "Non è possibile avere rifugi così delocalizzati dove i cani rischiano di morire di freddo nella stagione invernale". La Lida propone di valutare la realizzazione di canili intercomunali per evitare l'abbandono degli animali sul territorio.
I responsabili e i volontari del rifugio di Tufillo stanno usando i social media per cercare di trovare adozioni per i cani. "Vorremmo poter dire a ognuno di loro che fra un mese si apriranno le gabbie per portarli in una famiglia dove, finalmente, riceveranno considerazione e amore, ma non sarà così", hanno scritto su Facebook. "Ma noi vogliamo provare a cambiare il loro destino: abbiamo bisogno di tutti. Tra meno di 30 giorni la struttura sarà svuotata, il canile di Tufillo non esisterà più ma le anime che ora contiene potranno continuare a vivere nella speranza di un domani migliore solo se li adotterete, se li ospiterete in attesa di trovar loro una casa, se ci aiutate a condividerli tutti sino al loro ultimo giorno di vita. Insieme potremo fare la differenza".
La situazione dei canili in Italia è sempre stata un problema, con la sovrappopolazione di cani e gatti abbandonati che spesso finiscono in rifugi sovraffollati e poco attrezzati. Questo problema è stato accentuato dalla pandemia, che ha portato ad un aumento del numero di animali abbandonati e a una diminuzione delle risorse disponibili per i rifugi. Secondo le stime della Lega italiana dei diritti dell'animale, ci sono circa 700.000 cani e gatti abbandonati in Italia ogni anno.
Ci sono molte associazioni e gruppi animalisti che cercano di affrontare questo problema, offrendo supporto ai rifugi e cercando di promuovere l'adozione di animali. Tuttavia, molte di queste organizzazioni operano con poche risorse e spesso sono costrette a fare i conti con la mancanza di fondi e il sovraffollamento dei rifugi.
Il caso del canile di Tufillo dimostra come il problema della sovrappopolazione di animali abbandonati non sia solo un'urgenza umanitaria ma anche un problema di salute pubblica. La mancanza di strutture adeguate può portare alla diffusione di malattie tra gli animali e alla loro propagazione nell'ambiente circostante.
Inoltre, il maltrattamento degli animali è un reato penale in Italia e la legge prevede sanzioni severe per chi viola i diritti degli animali. Tuttavia, l'applicazione della legge può essere difficile, specialmente in casi in cui gli animali sono abbandonati o trasferiti in rifugi che operano al di fuori dei controlli delle autorità.
Per affrontare questi problemi, molte organizzazioni e gruppi stanno chiedendo un maggior coinvolgimento delle autorità locali e regionali nella gestione dei rifugi e nella lotta all'abbandono degli animali. Inoltre, molti sottolineano l'importanza di promuovere la sterilizzazione degli animali per evitare la sovrappopolazione e ridurre il numero di animali che finiscono in rifugi.
In conclusione, la situazione del canile di Tufillo e dei cani che rischiano di rimanere senza casa dimostra come il problema della sovrappopolazione di animali abbandonati in Italia sia ancora molto attuale. Tuttavia, la solidarietà e l'impegno dimostrati dalle organizzazioni animaliste e dai cittadini offrono la speranza che un futuro migliore sia possibile per gli animali che sono stati abbandonati o che rischiano di essere trasferiti in rifugi inadeguati.